mercoledì 6 aprile 2011

FUTURISMI

Oltre le pittoresche ( e però diffusissime) boutiques di gadgets inneggianti ad uno dei capitoli più brutti della storia patria. Aldilà dei cuori neri narrati da Claudio Lazzaro in Nazirock. I malcelati rigurgiti nostalgici che qui e lì riaffiorano - nei pestaggi ad extracomunitari ed omosessuali, così come negli atteggiamenti di governatori e ministri – approdano senza veli al Senato della Repubblica: qui, un manipolo di irriducibili di varia estrazione geografica, ha presentato il 29 marzo (i giornali ne parlano solo da ieri, mi pare di capire) la proposta di abrogazione della XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione, che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista” e che costituisce il fondamento costituzionale del reato di apologia del fascismo. I gerarchi in questione, mossi a detta loro dalla sola voglia di “intervenire su reati di opinione, peraltro non più attuali”, militano tutti nelle fila del PDL: Cristano De Eccher, trentino, già responsabile Triveneto di Avanguardia Nazionale (organizzazione della destra estremista ed eversiva); Fabrizio Di Stefano, abruzzese, già dirigente nazionale del FUAN (da dove peraltro provengono, fra gli altri, La Russa, Bocchino e Storace); Francesco Bevilacqua, calabrese, ex AN vicino a Gianni Alemanno; Giorgio Bornacin, ligure, vicino al Ministro della Difesa; Achille Totaro, fiorentino, ex AN, new entry in commissione di vigilanza RAI e talmente lontano dalla nostalgia da non aver neanche eliminato la fiamma tricolore dal proprio sito personale. Richiamato all’ordine invece il coordinatore lucano di FLI, Egidio Digilio, la cui firma è stata ritirata. Adesso ci sono tutti gli elementi per dare corpo allo slogan di regime: Silvio, Patria e Famiglie.

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