Palermo, Cattedrale |
La sera del nostro arrivo Palermo ci accoglie in un caldo abbraccio di vicoli sgangherati e semibui che, fra l’eco di musiche arabe e cortili animati da combriccole locali, inconsapevolmente ci porta ad un insospettabile (nascosto e deserto com’è) banchetto di delizie marine. A darci la buonanotte è l’avvolgente luce della Cattedrale.
Il giorno seguente inizia nel migliore dei modi: un’ inedita bavarese al pistacchio ci fornisce la giusta carica per metterci in cammino e raggiungere, sotto il sole cocente, Palazzo dei Normanni. Qui il ricchissimo stile “fusion” della Cappella Palatina e la Sala d’Ercole, sede del più antico parlamento d’europa, raccontano di un sofferto laboratorio di convivenza. Le panelle, le arancine e gli sfincioni di un’elegante focacceria della Kalsa ristorano i nostri corpi spossati dal caldo palermitano. Qualche minuto più tardi veniamo risucchiati nel budello di Ballarò dove, tra bancarelle multietniche ed inauditi tagli di carne, le vanniate – messaggi pubblicitari strillati con cantilene di ardua interpretazione – degli ambulanti ci catapultano indietro nel tempo, nel cuore dell’antica Balarm.
Il secondo giorno scorre veloce: passate in rassegna le salme inumate dai cappuccini, ci tuffiamo nell’oro del Duomo di Monreale e facciamo una breve visita a Cefalù. Poi, dritti verso la East Coast.
Ibla by night |
Siracusa ci sazia di cultura, storia, miti ed innovazioni gastronomiche; i laghetti di Cavagrande, ad una manciata di chilometri da Avola, si rivelano la più bella faticata mai fatta.E’ ora di scalare marcia: eccoci a Ragusa Ibla, dove lasciamo che l’aria sottile soffi via l’arsura dei giorni precedenti.
Il quinto giorno siamo a Modica, dove barocco e cioccolato azteco addolciscono gli schiaffi del sole. Ed eccoci pronti per esplorare la parte occidentale. Aragona, evidente lascito spagnolo, è il nostro quartier generale, dal quale muoviamo un giorno verso Akragas ed i suoi templi, il giorno successivo verso le bianche scogliere di Porto Empedocle: la luce della Scala dei Turchi è abbagliante, e per un istante fa dimenticare gli sfregi edilizi compiuti a non molta distanza. Mentre i Mori risalgono la scogliera alla volta della città, noi battiamo in ritirata: si torna a casa.
Nessun commento:
Posta un commento