martedì 17 agosto 2010

IL TRIANGOLO SI'


Palermo, Cattedrale
La sera del nostro arrivo Palermo ci accoglie in un caldo abbraccio di vicoli sgangherati e semibui che, fra l’eco di musiche arabe e cortili animati da combriccole locali, inconsapevolmente ci porta ad un insospettabile (nascosto e deserto com’è) banchetto di delizie marine. A darci la buonanotte è l’avvolgente luce della Cattedrale.
Il giorno seguente inizia nel migliore dei modi: un’ inedita bavarese al pistacchio ci fornisce la giusta carica per metterci in cammino e raggiungere, sotto il sole cocente, Palazzo dei Normanni. Qui il ricchissimo stile “fusion” della Cappella Palatina e la Sala d’Ercole, sede del più antico parlamento d’europa, raccontano di un sofferto laboratorio di convivenza. Le panelle, le arancine e gli sfincioni di un’elegante focacceria della Kalsa ristorano i nostri corpi spossati dal caldo palermitano. Qualche minuto più tardi veniamo risucchiati nel budello di Ballarò dove, tra bancarelle multietniche ed inauditi tagli di carne, le vanniate – messaggi pubblicitari strillati con cantilene di ardua interpretazione – degli ambulanti ci catapultano indietro nel tempo, nel cuore dell’antica Balarm.
Il secondo giorno scorre veloce: passate in rassegna le salme inumate dai cappuccini, ci tuffiamo nell’oro del Duomo di Monreale e facciamo una breve visita a Cefalù. Poi, dritti verso la East Coast.
Ibla by night
 Siracusa ci sazia di cultura, storia, miti ed innovazioni gastronomiche; i laghetti di Cavagrande, ad una manciata di chilometri da Avola, si rivelano la più bella faticata mai fatta.E’ ora di scalare marcia: eccoci a Ragusa Ibla, dove lasciamo che l’aria sottile soffi via l’arsura dei giorni precedenti.
 Scelta Ibla come base, trascorriamo qualche ora sulla spiaggia di Capopassero, sicula finis terrae, per concludere la nostra quarta giornata a Marzamemi, incantevole borgo di pescatori a due passi da Pachino.

Il quinto giorno siamo a Modica, dove barocco e cioccolato azteco addolciscono gli schiaffi del sole. Ed eccoci pronti per esplorare la parte occidentale. Aragona, evidente lascito spagnolo, è il nostro quartier generale, dal quale muoviamo un giorno verso Akragas ed i suoi templi, il giorno successivo verso le bianche scogliere di Porto Empedocle: la luce della Scala dei Turchi è abbagliante, e per un istante fa dimenticare gli sfregi edilizi compiuti a non molta distanza. Mentre i Mori risalgono la scogliera alla volta della città, noi battiamo in ritirata: si torna a casa.  

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