lunedì 13 febbraio 2012
LANTERNE ROTTE
Ho uno scoop per voi: se partecipate ad una competizione, di qualsiasi natura essa sia, c’è anche la possibilità che perdiate. Banalità non a tutti nota, specie a certe pubblicazioni quotidiane che si piccano di essere densamente popolate di astuti cronisti d’assalto. Questi i fatti quotidiani: in una freddissima domenica di febbraio, il popolo del centrosinistra genovese va a votare per scegliere il prossimo candidato sindaco; il concorrente non-interno-ma-appoggiato-da una formazione extraparlamentare – nel senso tecnico del termine – prevale, con una percentuale del 46%, sul resto dei candidati in corsa; fra questi, due donne – una delle quali sindaco uscente - entrambe organiche al principale partito (del centrosinistra e non solo), che si attestano rispettivamente al 27,5 e al 26,3%. Si inneggia (ancora una volta) al trionfo del leader del partito extraparlamentare, così come era successo qualche mese fa a Milano. Si parla (ancora una volta) di sconfitta del principale partito di centrosinistra. E però… però i numeri si possono e si devono interpretare: la presunta fuga della base del PD verso SEL non sembra essere dato certo, se è vero che la somma delle percentuali ottenute dalle due candidate di cui sopra è superiore di circa 8 punti al risultato ottenuto dal vincitore; questi, peraltro, non è neanche organico al partito extraparlamentare in questione, dunque si può semmai riconoscere al suo leader una certa lungimiranza nell’approfittare di una evidentemente inutile doppia candidatura; infine, ferma restando la stima di chi scrive nei confronti di Giuliano Pisapia, la lezione di Milano dimostra come il risultato delle primarie non comporti automaticamente un’affermazione delle formazioni di riferimento anche nella competizione col vero avversario: dovrebbero bastare come esempio le percentuali espresse da PD e Sel alle ultime amministrative meneghine, vale a dire 28, 6 contro 4,7. Ora, poiché, che mi risulti, a decidere in seno ad istituzioni democratiche sono gli organi collegiali, ottenere la maggioranza (talvolta piuttosto ampia) in tali organi non mi sembra propriamente una sconfitta. Ma quello di confronto democratico è concetto estraneo alla redazione d’assalto e ai suoi mandanti politici di riferimento. E’ più redditizio gettare ombre e fango, sempre pronti a dire “mi è scappata la pala mentre scavavo per trovare la verità”.
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