Cinico, astioso, a tratti
cattivo, e affetto da una forma di cleptomania particolare: ruba solo penne.
Anziano falegname in pensione (vecchiaccio, per usare la sua definizione), il protagonista non incarna la figura del tipico vecchietto
solitario e malinconico, non si lascia vivere: è attratto in modo ossessivo e quasi
adolescenziale dalla prosperosa portinaia del suo palazzo; veste, ma solo in
nome dell’amicizia che lo lega da sempre al romantico Armando, i panni di un
attempato cupido; si riscopre, con qualche anno di ritardo, padre. Sotto uno
strato di disincanto, si nasconde un cuore di poesia. Non ditelo al vecchiaccio, però...
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